mi aveva promesso un regalo,un bel regalo..e invece…mi stava facendo proprio incazzare,lo faceva per prendersi gioco di me scherzando? (visto che sapeva bene come farlo),o stava facendo sul serio?cioè,davvero non aveva un regalo per me???

In questo mio primo racconto condivido con voi la mia prima esperienza di sesso anale... tutta l'eccitazione del momento raccontata nei minimi dettagli.

Non era la prima che andava insieme a suo marito in quella spiaggia un po’ appartata. Era un posto tranquillo ed abbastanza isolato dove si poteva praticare il nudismo senza essere scocciati. A Laura piaceva mostrarsi nuda,

Anna era sola in casa, aveva deciso di farsi una doccia rilassante, l'acqua le scorreva sul corpo, bollente. La musica dellaradio alta, gli occhi chiusi, i capelli raccolti con la mano sulla testa,ricoperti di shampoo che le scendeva sul collo unendo..

Era stanca, stufa di fare quello stupido lavoro al computer. Guardò l'orologio: 00.03. Sbuffando tornò a concentrarsi sullo schermo, ma per quanto ci provasse non ce la faceva. Era già un nuovo giorno, e lei non se ne era nemmeno a..

I giorni seguenti le gonne si erano accorciate e i bottoni della camicetta avevano iniziato a lasciar intravvedere generose porzioni del mio seno da florida trentenne del sud.

Non so se tra di voi ce qualcuno che ha mai provato l'eccitazione e l'ebrezza di farsi sfondare e sbattere dal proprio Partner Davanti a tutti o semplicemente sulla Strada mentre la gente passa. beh io ho provato anche questa meravigliosa esperienza e vorrei raccontarvela per condividerla con tutti voi,perche' credo che certe sensazioni sono troppo belle e forti per tenerle solo per se'

Una piccante storia, ambientata su un autobus ed un autogrill .. Eccitante come non mai

Ritornammo a casa, nella casa dei suoi genitori in realtà, dopo un pranzo fuori, come una qualsiasi coppia che si amava, anche se poi forse non sono molte. Entrando scoprimmo che i suoi erano usciti e che probabilmente avremmo avuto due ore abbondanti solo per noi, e non fu necessario parlare per capire cosa sarebbe successo. Noi ci amiamo e siamo due persone apparentemente normali, ma lei mi appartiene e io ormai lo so, per cui non vi sono limiti alla fantasia del mio cervello...

Mi abbassa una spallina del vestito - lo porto senza reggiseno - e dopo aver assaggiato uno dei miei seni come fosse una mela succosa, torna con la lingua a titillarmi il lobo dell'orecchio, a mordicchiarlo, mentre la sua mano gioca col mio capezzolo. Lo fa diventare turgido, lo rigira tra le dita come fosse la manopola di una radio, lo pizzica fino a farmi gemere. Sono rilassata, in balia degli eventi...

Cominciai a spompinarlo, dapprima solo con un buon lavoro di bocca e suzzione, poi mi spinsi piu in profondità e cominciai a lavorare di gola, fino a lacrimare. Nel frattempo il fratello mi aveva sfilato le mutandine e si stava slacciando la cintura dei pantaloni. Prese a leccarmela da dietro finchè non fui totalmente lubrificata di liquido e saliva. Poi me lo mise dentro alla pecorina. Adoravo quella posizione. Era un incastro perfetto e lasciava tutti piacevolmente soddisfatti.

Doveva essere un palloso fien settimana in famiglia...invece si è trasformato in.....

Tra qualche giorno si sposerà la sorella di Roberta, una mia amica, e sono invitata. Il matrimonio è a Venezia e ancora non ho deciso cosa indossare. Oggi dovrò decidermi ad andare a fare shopping, sono tanti anni che non partecipo ad un matrimonio e il mio guardaroba non prevede abiti per l'occasione.

Gianni era un ottimo amante, la sua esperienza si faceva notare; mi portò di nuovo all'eccitazione, che dopo poco disse: "è il momento di inchiodarti al materasso"; mi fece mettere come ogni donna desidera; pancino all'insù e cosce aperte; mi venne sopra, infilò il cazzo nella mia vagina che da come era bagnata, scivolò tutto dentro in un attimo, prese a sbattermi dapprima piano, poi sempre piú forte; con un ritmo incessante, facendomi sentire femmina; desiderata, ma soprattutto piena di fallo.

Il dito scende e trova le mie mutandine bagnate; ti fai strada nella mia passerina, è morbida e pronta e tu entri a fondo. Sono bollente.Io spingo indietro il sedere e apro la zip, libero il tuo cazzo con abilità impensata.E’ un ordine inequivocabile e tu obbedisci.Il dito torna su e si tuffa nel mio buchetto, è stretto ma la mia voglia è infinita e così entri facilmente e mi scopi con il dito, anzi sono io che lo scopo.

Non respiro. Lo sento sulla mia figa. Spinge. Entra. Godo. Sento il suo cazzo entrarmi dentro e impazzisco dal piacere. Grido. Urlo.”siiii” “scopamiiii” “o siiii” lui inizia a spingere da dietro conil suo grosso cazzo. Sento la figa dilatata. La sento aperta e questo mi fa impazzire, mi bagno ancora. Gocciolo. Guardo giu e vedo i suoi grossi testicoli dondolare e vedo la mia acqua gocciolare dalle sue palle.

Vogliossissima di sesso e doppia penetrazione

improvvisamente mi prende e mi mette a 90, la sua asta centra il mio buco e mi fa impazzire!!!! Mentre mi prende in quella posizione con una mano massaggia il seno e con l'altra la mia patatina....mi distendo e decido di dare sfogo alla mia immaginazione: mi masturbo e nel frattempo gli pratico sesso orale, mi fa impazzire...veniamo insieme: io bagno tutto il sedile posteriore della sua macchina, lui mi bagna tutto il seno del suo liquido....

Afferro il cazzo con le mani, lo sfioro con le dita, passo sulla cappella, fino alle palle per poi iniziare a segarlo, mentre lui mi mette le mani sulle gambe, mi accarezza le cosce sale sotto la gonna, mi tocca il culo, lo stringe tra le mani e poi passa davanti, fra le mie cosce..sono calda, lo sente..così alza la gonna e mi tocca da sopra le mutandine mentre mi bacia il collo e le spalle. Sono vogliosa, muovo il bacino mentre lo sego.

.....Io, presa un po’ dal panico dissi a Carlo urlando: Ma chi cazzo è questo? Cosa ci fa qui? -“Non preoccuparti” mi rispose Carlo. E’ qui per tenerci compagnia. Gli ho raccontato solo che sei una cagna e che questa sera in particolare sei in calore! … e mentre lo diceva, rideva. “Sei uno stronzo” gli dissi. Ma non feci quasi in tempo a finire di parlare che il tipo, Luca, si abbassò i pantaloni e mi ordinò di succhiarlo....

Mi infilai una mano la sotto e con le dita me la aprii, lasciandola aperta a contatto delle mutandine; le mutandine fradice la tenevano aperta, dovevo a tutti i costi placare la mia voglia che quel ragazzo mi aveva procurato, dovevo masturbarmi per lenire l'eccitazione, ma non come al solito, le mutandine potevano fare benissimo le veci delle mie dita, messa in quel modo. Ad ogni passo sentivo che la fica aperta nelle mutandine si sfregava contro le pareti delle piccole labbra.

Cercai solo il mio piacere, sdraiata su quella poltrona dove i miei umori e la sua saliva si mescolavano. Venni, venni e venni ancora. Poi, appagata, mi venne il rimorso. Pensai a lui con il cazzo gonfio ancora pulsante nei pantaloni e gli dissi: “Ora tocca a te”. Mi alzai in piedi, malferma sulle gambe, e gli slacciai cintura e calzoni abbassandoli, mi sbarazzai anche dei boxer e vidi per la prima volta quello che a buon diritto si può definire un gran bel cazzo. Ne avevo visti più lunghi.

Era una sera d'estate, di quelle calde e afose. All'una di notte ero ancora sveglia. Mi giravo e rigiravo nel letto senza riuscire a prendere sonno. Faceva talmente caldo che sentivo piccole gocce di sudore scivolare sul mio corpo, come tante dita leggere. Alcune, scendendo lungo la schiena, mi provocavano piccoli brividi, tanto da rendere turgidi i miei seni. Sentivo i capezzoli irrigidirsi sotto la maglietta leggera.

Confesso che l'idea di entrare in un club privèè mi imbarazzava non poco e quando il mio compagno me lo propose rimasi quasi senza parole-------

Tutti gli anni era consuetudine festeggiare la notte del martedì grasso al veglione di una ben nota discoteca. Un posto tranquillo, dove si beveva, si ballava e si potevano conoscere bei ragazzi.

Giovane 25enne vuole farsi sfondare da un superdotato. E provare il primo grande cazzo della sua vita

Si è appena sistemata, lo vedo. In genere il palazzo di fronte è una scacchiera di serrande abbassate e finestre chiuse. Avrà 28, 29 anni, è sola ed è bellissima. Ci separa qualche metro d'aria, in mezzo la strada e 10 metri di baratro.

Busso alla porta, aspetto una risposta dall’altra parte e dopo pochi attimi la sua voce imponente pronuncia “entra”. Sono titubante, vorrei scappare ma non ci riesco, non riesco a sottrarmi a lui, devo entrare. Entro, chiudo la porta dietro di me, in piedi con il mio baby-doll nero trasparente, le mie mutandine nere che si intravedono sotto il baby-doll e i miei tacchi a spillo. I miei capelli neri formano due treccine lunghe che mi scendono davanti sul décolleté.