.....Io, presa un po’ dal panico dissi a Carlo urlando: Ma chi cazzo è questo? Cosa ci fa qui? -“Non preoccuparti” mi rispose Carlo. E’ qui per tenerci compagnia. Gli ho raccontato solo che sei una cagna e che questa sera in particolare sei in calore! … e mentre lo diceva, rideva. “Sei uno stronzo” gli dissi. Ma non feci quasi in tempo a finire di parlare che il tipo, Luca, si abbassò i pantaloni e mi ordinò di succhiarlo....

Mi infilai una mano la sotto e con le dita me la aprii, lasciandola aperta a contatto delle mutandine; le mutandine fradice la tenevano aperta, dovevo a tutti i costi placare la mia voglia che quel ragazzo mi aveva procurato, dovevo masturbarmi per lenire l'eccitazione, ma non come al solito, le mutandine potevano fare benissimo le veci delle mie dita, messa in quel modo. Ad ogni passo sentivo che la fica aperta nelle mutandine si sfregava contro le pareti delle piccole labbra.

Cercai solo il mio piacere, sdraiata su quella poltrona dove i miei umori e la sua saliva si mescolavano. Venni, venni e venni ancora. Poi, appagata, mi venne il rimorso. Pensai a lui con il cazzo gonfio ancora pulsante nei pantaloni e gli dissi: “Ora tocca a te”. Mi alzai in piedi, malferma sulle gambe, e gli slacciai cintura e calzoni abbassandoli, mi sbarazzai anche dei boxer e vidi per la prima volta quello che a buon diritto si può definire un gran bel cazzo. Ne avevo visti più lunghi.

Era una sera d'estate, di quelle calde e afose. All'una di notte ero ancora sveglia. Mi giravo e rigiravo nel letto senza riuscire a prendere sonno. Faceva talmente caldo che sentivo piccole gocce di sudore scivolare sul mio corpo, come tante dita leggere. Alcune, scendendo lungo la schiena, mi provocavano piccoli brividi, tanto da rendere turgidi i miei seni. Sentivo i capezzoli irrigidirsi sotto la maglietta leggera.

Confesso che l'idea di entrare in un club privèè mi imbarazzava non poco e quando il mio compagno me lo propose rimasi quasi senza parole-------

Tutti gli anni era consuetudine festeggiare la notte del martedì grasso al veglione di una ben nota discoteca. Un posto tranquillo, dove si beveva, si ballava e si potevano conoscere bei ragazzi.

Giovane 25enne vuole farsi sfondare da un superdotato. E provare il primo grande cazzo della sua vita

Si è appena sistemata, lo vedo. In genere il palazzo di fronte è una scacchiera di serrande abbassate e finestre chiuse. Avrà 28, 29 anni, è sola ed è bellissima. Ci separa qualche metro d'aria, in mezzo la strada e 10 metri di baratro.

Busso alla porta, aspetto una risposta dall’altra parte e dopo pochi attimi la sua voce imponente pronuncia “entra”. Sono titubante, vorrei scappare ma non ci riesco, non riesco a sottrarmi a lui, devo entrare. Entro, chiudo la porta dietro di me, in piedi con il mio baby-doll nero trasparente, le mie mutandine nere che si intravedono sotto il baby-doll e i miei tacchi a spillo. I miei capelli neri formano due treccine lunghe che mi scendono davanti sul décolleté.

Per me che non sono mai stata lesbica ne bisex non mi sentivo affatto turbata di dormire con una donna nuda dentro ad un letto tantopiù amica di vecchia data. Mi addormentai di sasso. Nottetempo sognai una bocca che mi succhiava e leccava i capezzoli poi mi baciava sulle labbra, era proprio un bel sogno, io ricambiavo i baci sulla bocca e sentivo una mano calda e delicata che mi entrava dallo slippino e si insinuava lungo le mie intimità più nascoste. . . che bella sensazione..

Ma tu li sai fare i pompini, vero? La domanda a bruciapelo mi colse mentre in ginocchio prendevo carta per fotocopie dietro uno scaffale. Proveniva da un paio di scarpe pitonate con tacco, da cui partiva un paio di gambe ben tornite che spuntavano da un tailleur grigio. La voce un po' nasale era quella di Cristina, ed anche il tailleur e tutto il resto.

"Piccola!" Dice il biglietto. "Stasera alle dieci da me! Vestiti sexy". Non altre istruzioni.

Ero appena uscita dalla doccia con indosso solo un asciugamano intrecciato, mentre camminavo mi resi conto che avevo le tende della finestra aperte,notai che nel palazzo di fronte c’era un tipo che osservava i miei movimenti. Mi nascosi subito dietro al muro, penai, da quanto tempo era li e se lo avesse fatto altre volte…

Quante volte si entra in un Autogrill, si va in bagno e ci si accorge di quanti numeri di telefono sono scritti all'interno. Quello che io ho fatto è semplicemente scrivere il mio numero nel bagno degli uomini aggiungendo la scritta " Porca vogliosa aspetta una vostra chiamata"... il resto immaginatelo voi....

Ci siamo lasciati ormai da un anno. La distanza fra le nostre città ha allontanato anche noi, i differenti lavori, gli amici differenti, ci hanno reso quasi estranei. Aspettavamo i fine settimana per vederci, parlarci, ma poi tra noi immancabile cadeva il silenzio, l'imbarazzo, un senso estraniante di alterità.

....mentre ci si annoia si gode....

.....il fascino dell'uomo rude colpisce ancora....

Non conoscevo il mondo dei Club per scambisti... me ne parlavano, ma io restia continuavo a dire che non faceva per me, che io non ci sarei mai andata. Poi...è bastata la serata giusta, con la compagnia giusta e il giusto eccitamento e voglia di vendetta per un rapporto ormai finito, per essere coinvolta tanto da non voler più far altro che... farmi sbattere da sconosciuti, essere guardata, toccata, leccata e amata. Un vortice di passione e sensazioni che da quel giorno non ho più abbandonato.

... la sento urlare mi fa impazzire ha un modo tutto suo cosi rumoroso e forte io ansimo la sento dentro è tutto cosi a ritmo ...

Cazzo se era bello....alto 1.90 capelli lunghi fino meta schiena corporatura atletica e muscolosa culo alto gambe perfette.....e un cazzo da paura! Lungo e grosso.....un sogno! Un dio pensai... Lo spinsi sul letto e mi sedetti sopra di lui e presi baciarlo....lui mi stringeva il culo e mi succhiava le tette....

mi gettai senza forze sul pavimento e li mi inculavano a più non posso passò poco e il dolore,la paura,e le lacrime si trasformarono in gemiti di piacere tre cazzi nel culo per una novellina era una gran bella conquista pensando che qualche ora fa ero ancora vergine adesso sono la più troia delle troie....e sinceramente....MI PIACE!!!!!!!

Da quanto tempo sognavo di realizzare questo mio sogno erotico...farlo con due o più ragazzi insieme.. mi contattano due ragazzi già avviati nelle gang bang, molto affiatati tra di loro, ci diamo appuntamento nel parcheggio di un supermercato. Mi faccio trovare puntuale nel luogo dell'appuntamento. Uno dei due mi viene incontro per salutarmi, è molto carino e io già comincio a surriscaldarmi...

Claudio si girò e ne rimase affascinato: maglietta bianca bagnata di profumatissimo tè alla pesca che aderiva a un reggiseno nero da cui facevano capolino i miei due seni... Sicuramente non sapeva cosa fare, glielo leggevo negli occhi... E al diavolo la moglie, le figlie, i nipoti. Ora eravamo soli, io e lui in magazzino, e nessun altro. Mi poteva prendere in quel preciso istante: nessuno l'avrebbe saputo...

Satin aspetta nuda nel letto la punizione per aver civettato col nuovo collega... il padrone sarà inflessibile!

Mi trovavo in macchina,stavo girando in lungo e largo per la mia piccola cittta' in cerca di un qualcosa da fare,o di un`amica a cui rompere le scatole...era sabato pomeriggio e a casa proprio non volevo stare. Le mie amiche erano tutte occupate,per un motivo o per un altro,io mi stavo innervosendo e stavo tornandomene a ...

Stavo uscendo con la mia borsa a tracolla quando mi sentii salutare: “Ciao, già terminata la seduta?”. Mi girai e vidi A. che chiudeva la serratura del suo Maggiolone cabrio, color bianco avorio. “Ciao, sì per oggi mi sono stancata abbastanza”, ma cavolo “non potevi venire prima, pensai”.

Eravamo arrivate a Roma in tarda mattinata, il tempo di prendere possesso della camera, una deliziosa cameretta doppia in un famoso Hotel della città e via di nuovo fuori. Faceva un caldo Pazzesco, ma noi eravamo già eccitate all’idea di vedere gli splendidi monumenti di quella città, dal colosseo, ai fori imperiali, alla Fontana di Trevi e via dicendo. Era ...

Primo colloqui di lavoro. Il direttore mi fece cenno di sedere. “Benvenuta tra noi signorina.” Esordì c “Spero che questa grande azienda sia per lei come una seconda famiglia.” disse ,infilando furtivamente gli occhi a palla di bue sotto la mia gonna corta del tailleur rosso comprato apposta per l'occasione.